Import export campania

Nel 2021, in un contesto di ripresa del commercio mondiale, le esportazioni a prezzi correnti della Campania sono aumentate del 12,8 per cento (dal -5,6 del 2020), un incremento
forte ma inferiore a quelli registrati in Italia e nel Mezzogiorno (rispettivamente 18,2 e 16,5 per cento). E’ quanto emerge dal rapporto di Bankitalia sull’economia campana presentato all’università Federico II.

Export in crescita per metallurgico, farmaceutico ed agroalimentare

All’espansione, generalizzata a quasi tutti i settori, hanno contribuito maggiormente il metallurgico (in aumento del 32,6 per cento), il farmaceutico (17,2), quello degli apparecchi elettrici, l’agroalimentare e, tra gli altri, il comparto della moda.

Settori in crisi

Hanno fatto eccezione a questa tendenza il comparto dell’aeronautica (-11,5 per cento), che ha continuato a
risentire di specifiche difficoltà a livello globale, e quello dell’auto (-9,5). Anche le vendite estere di pasta hanno registrato un andamento negativo nell’anno (-5,7).

Il valore delle importazioni

Le importazioni in valore sono aumentate del 23,6 per cento, anche in questo caso in misura inferiore sia all’Italia sia al Mezzogiorno. L’incremento è stato generalizzato e ha riguardato in primo luogo i prodotti della raffinazione petrolifera e della metallurgia.

Industria campana e sanzioni alla Russia

L’incidenza dell’export campano verso i paesi coinvolti nel conflitto in Ucraina o colpiti dalle sanzioni è nel complesso limitata: nel 2021 le vendite di imprese campane verso Ucraina, Russia e Bielorussia rappresentavano solo l’1,0 per cento del totale delle esportazioni regionali, una quota pari alla metà di quella dell’Italia. Tuttavia alcune lavorazioni, come quelle degli agrofarmaci e dell’acciaio, presentano quote significative di esportazioni verso questi paesi che sono mercati di sbocco anche per altre produzioni della regione come pietre e sabbie, accumulatori elettrici e abbigliamento e calzature.

Dal lato delle importazioni, l’esposizione dell’economia regionale alla fornitura di input non energetici provenienti da Ucraina, Russia e Bielorussia risultava nel 2021 inferiore alla media nazionale; secondo le elaborazioni la quota del valore della produzione riconducibile direttamente o indirettamente all’impiego di tali input ammontava a circa tre quarti di quella stimata
a livello nazionale. Sul valore relativamente contenuto dell’indicatore calcolato per la Campania influisce soprattutto la minore incidenza in regione del settore metallurgico,
particolarmente esposto agli effetti economici della guerra in Ucraina