Nonostante il raggiungimento del massimo storico, il tasso di occupazione femminile in Italia resta il più basso tra i 27 Paesi dell’Unione Europea, con un divario di 12,6 punti rispetto alla media UE. È quanto emerge dal Rapporto Cnel-Istat, che fotografa una crescita occupazionale più lenta rispetto al resto d’Europa: dal 2008 al 2024, l’incremento in Italia è stato di 6 punti percentuali, contro gli 8,6 punti della media europea.
Il documento evidenzia inoltre come il gap di genere nel tasso di occupazione italiano sia quasi il doppio di quello europeo: 17,4 punti contro 9,1. Un dato che sottolinea le difficoltà delle donne nell’accesso al mercato del lavoro, con un impatto ancora più marcato nelle regioni del Sud.
Le disparità territoriali amplificano il distacco dell’Italia dall’Europa: mentre tutte le regioni del Nord e del Centro, ad eccezione del Lazio, hanno raggiunto il target del 60% previsto dalla Strategia di Lisbona 2010, nessuna regione del Mezzogiorno ha centrato l’obiettivo. Questo scenario conferma la necessità di interventi strutturali per colmare il divario e favorire una maggiore partecipazione femminile al mondo del lavoro.
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