L’Istat ha confermato che nel terzo trimestre del 2024 il Prodotto Interno Lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2020, non ha subito variazioni rispetto al trimestre precedente, mantenendo una crescita tendenziale dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Andamento della domanda interna
Tra gli aggregati della domanda interna, si evidenzia una crescita dell’1% nei consumi finali nazionali, trainati in particolare dalle famiglie e dalle Istituzioni Sociali Private (ISP), il cui contributo positivo è stato di 0,8 punti percentuali. Gli investimenti fissi lordi, invece, hanno segnato un calo dell’1,2%, con un contributo negativo di 0,3 punti percentuali al Pil. La spesa delle Amministrazioni Pubbliche è rimasta invariata, mentre la variazione delle scorte ha contribuito positivamente con 0,2 punti percentuali.
Commercio estero in sofferenza
La bilancia commerciale ha pesato negativamente sulla crescita del Pil. Le importazioni sono aumentate dell’1,2%, mentre le esportazioni sono diminuite dello 0,9%, portando a un contributo negativo della domanda estera netta pari a 0,7 punti percentuali.
Settori produttivi e mercato del lavoro
Dal punto di vista del valore aggiunto, il settore dei servizi ha mostrato una crescita dello 0,2%, mentre l’agricoltura è rimasta stabile. In controtendenza, l’industria ha registrato un calo dello 0,7%.
Sul fronte del mercato del lavoro, sono aumentate dello 0,2% le ore lavorate, dello 0,5% le posizioni lavorative e dello 0,9% i redditi pro-capite, evidenziando una moderata crescita del costo del lavoro.
Bilancio complessivo e prospettive
Il dato acquisito per il 2024 indica una crescita del Pil pari allo 0,5%, in leggero miglioramento rispetto alla stima preliminare dello 0,4%. Nonostante il contributo positivo dei consumi interni, la debolezza degli investimenti e il saldo negativo della domanda estera confermano una dinamica economica caratterizzata da stagnazione.
“La crescita nulla del Pil riflette una sostanziale tenuta dei consumi interni, compensata da un calo degli investimenti e una contrazione nel commercio estero,” osservano gli analisti. “In questo contesto, il rilancio della produttività e delle esportazioni appare cruciale per favorire una ripresa più sostenuta.”
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