Superbonus Giancarlo Giorgetti

Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha delineato un importante cambiamento riguardante il Superbonus durante i lavori della commissione Finanze del Senato. Secondo quanto riferito dal Ministro, sarà obbligatorio spalmare i crediti del Superbonus su un periodo di 10 anni anziché 4-5 come inizialmente previsto.

L’idea di uno stop anticipato al Superbonus, ipotizzata da Banca d’Italia in una memoria depositata al Senato ‘sarebbe stata gradita se fosse stata avanzata nel 2022 o nel 2023, mentre arriva nel 2024 quando il Governo sta esattamente procedendo a fare questo’. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti parlando con i giornalisti al termine dell’intervento in commissione Finanze di palazzo Madama sul decreto Superbonus. La spesa innescata dal 110% cresce? ‘Noi siamo arrivati al Governo nell’ottobre 2022 quando la valanga era già partita e abbiamo fatto quello che potevamo fare’, ha concluso il ministro.

La reazione

Immediata la reazione di Abi e Ance.  “In questa fase complessa è importante dare certezze e rafforzare la fiducia. Interventi retroattivi sul Superbonus minerebbero la fiducia di famiglie, imprese e investitori”, dichiarano in una nota il direttore generale dell’Ance Massimiliano Musmeci e il vice direttore generale vicario dell’Abi, Gianfranco Torriero. Inoltre, ricordano che lo “stesso ministro dell’Economia, infatti, ha più volte indicato che non ci sarà il ricorso a interventi retroattivi”.

“Gli emendamenti parlamentari, come avvenuto in passato, di ampliamento delle deroghe non saranno presi in considerazione” ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti dopo aver partecipato ai lavori della commissione Finanze del Senato sul decreto Superbonus.

“Leggiamo delle dichiarazioni, ma aspettiamo di vedere il testo. Come ha anche detto il ministro Giorgetti nessun provvedimento può essere retroattivo. Escludiamo che ci sia una retroattività, altrimenti avrebbe un impatto fortissimo su imprese, banche e cittadini”. Così la presidente dell’Ance Federica Brancaccio, interpellata dall’ANSA. Già nei giorni scorsi, ricorda Brancaccio, le associazioni datoriali avevano espresso preoccupazione in una missiva al ministro, parlando di un “impatto devastante”.

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