La decisione del Consiglio dei Ministri di impugnare la legge regionale che consente a Vincenzo De Luca di candidarsi per un terzo mandato come presidente della Regione Campania ha scatenato una dura reazione da parte del governatore campano. De Luca, in una conferenza stampa, ha replicato con forza alla mossa del governo, ribadendo che la sua battaglia non riguarda le sue ambizioni personali ma il diritto dei cittadini campani di decidere liberamente chi li governa.
“Non abbiate paura, aprite il cuore alla speranza e date la possibilità ai cittadini di decidere da chi essere governati”, ha affermato De Luca, citando il Papa Giovanni Paolo II. Con queste parole, il presidente ha cercato di smorzare le tensioni e mettere in risalto la sua posizione, che non cambia di un centimetro nonostante l’impugnazione della legge regionale. La sua replica, tuttavia, è stata anche un’accusa diretta al governo, che secondo lui starebbe agendo con un atteggiamento «contra personam», cioè indirizzato contro la sua persona in modo ingiustificato.
De Luca ha messo in evidenza il fatto che altre regioni, come il Piemonte, il Veneto e le Marche, abbiano approvato leggi simili senza che il governo abbia sollevato alcuna obiezione. In particolare, De Luca ha sollevato il caso del Veneto, dove la Lega ha sostenuto il presidente Luca Zaia nel suo terzo mandato, senza che il governo impugnasse la legge. “Zaia ha già finito il suo terzo mandato senza che nessuno abbia detto nulla”, ha dichiarato il presidente campano, suggerendo che la Lega e il governo stiano trattando la sua situazione in maniera diversa e ingiusta.
Un altro punto forte della difesa di De Luca è stato il richiamo alla disparità di trattamento tra le regioni, che, secondo lui, si traduce in una violazione del principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione. “La legge è uguale per tutti, tranne che per me”, ha lamentato il presidente, che ha accusato il governo di fare una scelta politica mirata a colpire la sua amministrazione. Un’accusa che tocca un nervo scoperto, quello del rapporto tra autonomia regionale e centralismo statale.
De Luca ha sottolineato che, per lui, la questione non riguarda la sua carriera politica a Roma o altre ambizioni, ma il benessere delle famiglie e delle persone comuni. Il presidente ha detto che continuerà a lavorare per la Campania, con lo stesso impegno di sempre, indipendentemente dalle difficoltà politiche o legali che si presenteranno. Ha anche paragonato la sua situazione alla vicenda della legge sull’autonomia, che secondo lui è stata “smantellata” dal governo.
La decisione del Consiglio dei Ministri di impugnare la legge è stata motivata con la presunta violazione dell’articolo 122 della Costituzione, che attribuisce alla legge statale la disciplina sull’ineleggibilità dei presidenti delle giunte regionali e dei consiglieri. Il governo sostiene che la legge campana crea una disparità rispetto ad altre normative regionali e metta a rischio la coerenza del sistema giuridico italiano. Tuttavia, De Luca ha risposto accusando l’esecutivo di voler imporre un modello centralista che non lascia spazio alle peculiarità delle singole regioni.
Il presidente della Regione Campania ha concluso il suo intervento esprimendo la certezza che la decisione della Corte Costituzionale sul ricorso sarà a suo favore, e che, in ogni caso, la sua determinazione a proseguire sulla strada del governo regionale non verrà scalfita da alcun ostacolo. La sua sfida, ha detto, è quella di dare risposta ai reali bisogni della popolazione campana, non a giochi politici romani.
La battaglia politica e giuridica si sposterà ora alla Corte Costituzionale, che dovrà decidere sulla legittimità della legge regionale impugnata. In attesa di una sentenza, De Luca ha confermato la sua volontà di andare avanti e continuare il suo mandato senza paura, sottolineando ancora una volta che la legge deve essere davvero uguale per tutti.
Leggi le notizie di Piazza Borsa
Per restare sempre aggiornato, segui i nostri canali social Facebook, Twitter e LinkedIn