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Giù lo spread, su i listini. Avvio positivo per le borse europee che ieri non sono riuscite nel rimbalzo. A catturare l’attenzione, oltre alle attese per un rialzo dei tassi della Fed tr alo 0,5 e lo 0,75%, è la riunione di emergenza convocata dalla Bce.

Il mercato si aspetta che la banca centrale europea, dopo le parole di Christine Lagarde e l’effetto sugli spread, corra ai ripari con nuovi strumenti per evitare attacchi sui bond dei paesi periferici della zona euro, a partire dall’Italia.

Il vertice d’emergenza

La Bce terrà oggi un vertice di emergenza per discutere le attuali condizioni dei mercati.

I governatori della Bce saranno invitati a sottoscrivere la decisione di usare, in risposta alla deflagrazione dello spread, i reinvestimenti del programma pandemico Pepp. Lo scrive la Bloomberg citando fonti vicine al dossier. Il meeting, convocato in videoconferenza per le 11 di stamane, dovrebbe durare circa due ore e focalizzarsi su come reagire alla volata dei rendimenti dei Btp, secondo le fonti dell’agenzia americana. Le stesse fonti dichiarano di non sapere se altre, più mirate, misure siano sul tavolo.

Le prospettive per l’Italia

In base ai dati di fine maggio, con il Pepp la Bce aveva acquistato oltre 1.700 miliardi di debito. Il programma, lanciato nel marzo 2020, è stato chiuso a fine giugno ma con la possibilità, fino al 2024, di ricomprare nuovi bond con il capitale rimborsato da quelli, già acquistati, che man mano arrivano a scadenza. Per l’Italia alcune stime indicano in 200 miliardi il potenziale di acquisti, ma le voci critiche sull’efficacia di una simile misura notano che, dato il ritmo dei rimborsi, si rischierebbe di non poter comprare più di tre miliardi di titoli italiani al mese.

Un’ipotesi allo studio sarebbe poter deviare dai criteri generali di ripartizione degli acquisti di debiti nazionali, che consentirebbe di comprare, ad esempio, Btp italiani con il capitale rimborsato dai Bund tedeschi. Una simile ipotesi, tuttavia, deve fronteggiare ostacoli giuridici: configurerebbe il finanziamento monetario del bilancio statale – espressamente proibito dai trattati e dallo statuto Bce – e rischierebbe di andare incontro a nuove cause legali.