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Donald Trump ha annunciato dazi del 25% sulle auto importate negli Stati Uniti, una misura che entrerà in vigore dal 2 aprile e che il presidente ha definito il “giorno della liberazione dell’America”. La decisione, secondo l’amministrazione statunitense, mira a stimolare la produzione nazionale, ma rischia di avere effetti devastanti sul commercio internazionale e sui consumatori americani, che dovranno affrontare prezzi più alti.

I mercati hanno reagito negativamente all’annuncio. Wall Street ha chiuso in rosso, mentre le azioni delle principali case automobilistiche hanno subito forti ribassi: Stellantis ha perso il 5,3%, Mercedes il 5,5%, BMW il 4,5%, Volkswagen il 4% e Porsche il 4,9%.

La misura potrebbe aprire un nuovo scontro commerciale con l’Unione Europea, con Bruxelles che ha espresso profondo rammarico. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che l’UE “proteggerà i propri interessi economici” e ha sottolineato come i dazi siano dannosi per aziende e consumatori su entrambe le sponde dell’Atlantico. Anche il Canada ha reagito duramente, con il premier Mark Carney che ha definito la misura “un attacco diretto”.

Trump ha inoltre avvertito l’Europa e il Canada che saranno imposte nuove tariffe nel caso in cui i due blocchi decidano di coalizzarsi contro gli Stati Uniti. L’UE, però, ha già annunciato un piano di ritorsione con dazi per 26 miliardi di euro a partire dal 12 aprile.

Secondo Trump, questi dazi porteranno agli Stati Uniti tra 600 miliardi e un trilione di dollari in due anni, e il presidente ha assicurato che saranno permanenti e si aggiungeranno a quelli esistenti. Le case automobilistiche americane, tuttavia, hanno espresso preoccupazione: Ford, General Motors e Stellantis hanno chiesto che la competitività del mercato nordamericano venga tutelata, temendo un impatto negativo sulle vendite e sulla catena di approvvigionamento.


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