Start Up imprese giovanili - startup

In poco più di 10 anni in Italia sono scomparse circa 130mila imprese guidate da under 35 (-20%), soprattutto nel centro sud. Così oggi le aziende giovanili sono appena l’8,7% del nostro tessuto imprenditoriale e “non c’è futuro senza un ambiente favorevole alle nuove generazioni.

Un segnale non certo positivo che certifica le difficoltà, burocratiche e finanziarie, di avviare un’impresa nel nostro Paese.

“Occorre rendere più facile ai giovani imprenditori trasformare le idee in realtà produttive: garantire la libertà di iniziativa economica è un valore costituzionalmente tutelato”. Così il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, intervenendo alla Conferenza nazionale delle Camere di commercio “Progettare il domani con coraggio”, in corso a Firenze.

“Se si riuscisse a ridurre di un terzo il tempo che le Pmi impiegano per gli adempimenti burocratici, l’impatto sul Pil in un triennio sarebbe dello 0,4%, le Camere di commercio sono esse stesse corpi intermedi nel pluralismo della democrazia che assicurano la partecipazione civile ed economica. Sono istituzioni di collegamento tra Stato e mercato, tra locale e globale nel segno della sussidiarietà richiamata nella nostra Costituzione” ha detto poi Prete.

Il presidente ha ricordato che Unioncamere ha presentato nelle scorse settimane alcune proposte, raccogliendo i suggerimenti di tutte le Associazioni d’impresa, raccolti in un tavolo che opera permanentemente: per evitare sovrapposizioni in tema di controlli, per valorizzare le certificazioni volontarie, puntare sul Fascicolo elettronico d’impresa, gestito dalle Camere di commercio, per evitare la duplicazione degli adempimenti.

L’incidenza in Campania

La Campania, purtroppo, risulta tra le regioni maggiormente colpite dalla riduzione delle imprese giovanili a fa decisamente peggio di tutte quelle del Nord. “Stiamo parlando di dati molto importantiha affermato a Piazza Borsa Massimo Di Santis, presidente giovani Confapi Napoli, – e di grande preoccupazione per il futuro del sistema imprenditoriale italiano che non può fare a meno dei giovani. Credo che per invertire la rotta sia necessario intervenire su tre direttive fondamentali: Supportare la nascita di aziende dirette da under 35 mediante finanziamenti a fondo perduto, molto bene il modello Invitalia, per facilitare la fase di start up dell’azienda; creare linee di credito ad hoc snellendo anche le procedure per gli under 35 con i principali istituti di credito con garanzia dello Stato per facilitare la fase di sviluppo e consolidamento dell’impresa sul mercato; creare dei momenti di matching tra imprese per favorire l’inserimento delle startup nel tessuto imprenditoriale italiano e globale”.

Ma per la nostra regione un dato positivo e di speranza resta. Nonostante il drastico calo, la Campania resta in testa alla classifica nazionale delle imprese under 35 registrando l’11,3% di imprese giovanili sul totale delle aziende. Un fattore sul quale puntare con forza. “La Campania è un territorio dalle grandi risorse – continua Di Santis – che però spesso non sono valorizzate nel modo opportuno. Le nostre imprese riescono ad emergere nonostante le enormi difficoltà infrastrutturali e sociali. Investire sullo sviluppo della Campania e del Sud significa investire sul futuro è sulla crescita dell’Italia intera”.