Farina di grillo

Avrete sicuramente già letto che dal 24 gennaio l’Unione Europea ha dato il via libera all’immissione in commercio della farina di grillo domestico parzialmente sgrassata. Un via libera che sostanzialmente è indirizzato a unico beneficio – per il momento – della società Cricket One, l’unica che è riuscita a presentare una documentazione scientifica che soddisfi il regolamento UE e che ha ricevuto per questo l’”esclusiva” sulla farina di grillo per 5 anni.

Nuove soprese da Bruxelles

Quello che molti non sanno è che la farina di grillo è solo una delle proposte che Bruxelles ha in serbo per noi nei prossimi anni: ben 8 sono gli alimenti di origine animale non convenzionali che presto saranno introdotti tra gli ingredienti dei prodotti sugli scaffali.

Le ragioni di una scelta impopolare

Ma quali sono le motivazioni che spingono l’Europa ad adottare tale usanza? In realtà le ragioni sono molteplici. In primis, la continua crescita della popolazione e l’aumento della sottoalimentazione, che vede il 2022 ancora registrare tristi numeri con oltre 1 miliardo di persone denutrite. Non da meno, l’impatto ambientale delle proteine animali che, di fatto, continua ad essere elevatissimo: per creare un chilo di proteine da carne bovina servono 7 litri di acqua, contro i soli 3,8 litri per produrre lo stesso quantitativo di proteine dal grillo. Infine, l’allevamento di insetti potrebbe anche portare ad una riduzione delle emissioni di gas serra: gli insetti sono responsabili, infatti, di meno dell’1% dell’impronta di carbonio totale connessa all’allevamento.

Il sondaggio

Un’abitudine alimentare già largamente adottata in Asia e in Africa, ma che in Europa stenta ad essere accettata. Nonostante le parole incoraggianti della Cristoforetti che, in una delle sue dirette Tik Tok dalla Stazione Spaziale Internazionale, assaggia con gusto degli snack di grillo al mirtillo, i consumatori italiani continuano ad essere reticenti a questa innovazione culturale. Una recente indagine di Coldiretti svela che il 54% degli italiani è decisamente contrario all’introduzione di farine di insetti negli alimenti contro solo un 16% favorevole.

di Serena Lena