Duro colpo incassato dalla riforma Calderoli. La cosiddetta autonomia differenziata, infatti, è stata aspramente criticata attraverso un documento pubblicato sulle pagine ufficiali, compreso LinkedIn da parte del Senato. Il file, successivamente rimosso e poi ripubblicato, contiene una vera e propria bocciatura del cavallo di battaglia della Lega targata Calderoli-Salvini.
Presenta alcune criticità” e c’è il “rischio di disparità economiche fra le regioni”, si legge nel documento che ha scatenato il panico tra i parlamentari del centrodestra.
“Rischio anche di costi aggiuntivi”
La riforma, lo ricordiamo, propone in sostanza di trasferire alcune funzioni – in settori chiave – alle Regioni: tra le conseguenze, si legge tra le righe del documento del Senato, oltre all’allargamento della forbice tra le regioni, impedirebbe a quelle più povere di garantire i livelli essenziali di prestazioni ai cittadini su tutto il territorio nazionale. Una legge fatta dai ricchi per i ricchi che ha incassato un duro colpo anche in virtù del rischio di “costi aggiuntivi” per le casse dello Stato.
In sintesi, secondo il dossier accadrebbe che “Le Regioni più povere, oppure quelle con bassi livelli di tributi erariali maturati nel proprio territorio, potrebbero avere maggiori difficoltà a finanziare, e dunque ad acquisire, le funzioni aggiuntive. E il trasferimento delle nuove funzioni amministrative a comuni, province e città metropolitane da parte delle Regioni differenziate potrebbe far venir meno il conseguimento di economie di scala, dovuto alla presenza dei costi fissi indivisibili legati all’erogazione dei servizi la cui incidenza aumenta al diminuire della popolazione”.
Il dietro front
Immediate le reazioni e le proteste su uno dei temi principali del Governo Meloni, prioritario per la componente leghista di maggioranza, tanto che già nel pomeriggio di ieri è arrivato il dietrofront e Palazzo Madama si è scusato con la stampa e con gli utenti per il disservizio arrecato.
“Bozza da verificare e errore tecnico”
Lo studio, del Servizio del Bilancio del Senato, è stato successivamente declassato a bozza da verificare e infine definito un errore tecnico, attraverso la precisazione di Palazzo Madama che parla di “una bozza provvisoria, non ancora verificata, erroneamente pubblicata online”. Ma intanto il dibattito e le polemiche sono partite, rimbalzando su social e prime pagine.